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Comunicati stampa

Plastica: sulla via del riciclo

Raccolti imballaggi per 34 chilogrammi a testa

 

L’8,3% del rifiuto raccolto nel territorio servito da Etra nel 2016 era composto dagli imballaggi in plastica: quasi 18 mila tonnellate di materiali avviati al riciclo, circa 34 chilogrammi a testa. Numeri in crescita, se pensiamo che nel 2013 rappresentavano il 7,8% del totale, 16,8 mila tonnellate. Materiali che vengono avviati al riciclo in impianti del Veneto, per dare loro nuova vita come manufatti per edilizia ed imballaggio, per l’igiene ed arredo urbano, ma anche per creare tessuti. Con vantaggi per l’ambiente: basti pensare che per produrre 1 tonnellata di plastica vergine occorrono 900 litri di petrolio, 180 m3 di acqua, 14.000 kWh di energia, mentre 1 tonnellata di plastica riciclata richiede 2 t di plastica, 1 m3 di acqua e 950 kWh di energia!

«È tutta plastica – dichiara il Presidente di Etra, Andrea Levorato - che viene sottratta all’inceneritore, la cui combustione genera fumi che se non depurati sono molto tossici, ma anche all’ambiente, dove troppo spesso viene abbandonata». La plastica è un materiale quasi indistruttibile, che si degrada solo dopo 500 o addirittura 1.000 anni. Cosa che genera vere e proprie mostruosità. Un esempio? Tra la California e le Hawaii, a causa delle correnti, si è formata una vera e propria isola di plastica, grande due volte l’Italia e profonda 30 metri. Nel tempo degenera in corpuscoli che vengono ingeriti dai pesci entrando così nella catena alimentare umana. Ma, per restare qui in Italia, è elevata la percentuale di plastica nei rifiuti rinvenuti sulle nostre spiagge: almeno 27 i rifiuti ogni chilometro quadrato, e di questi il 90% è composto da plastica.

«In questi anni – spiega il Presidente Levorato - Etra ha partecipato con il proprio settore R&S ad un progetto europeo mirato a promuovere la raccolta dei rifiuti urbani in plastica rigida e ingombrante in Veneto, con l’elaborazione di uno studio che ne ha identificato la sostenibilità anche a livello nazionale: le analisi merceologiche hanno evidenziato che la quantità di plastica non da imballaggio intercettata dai gestori è molto inferiore alla quantità complessivamente presente nei rifiuti e che ci sono pertanto ampi margini di aumento. Creare una filiera di recupero di questi materiali permetterebbe dunque di diminuire in modo significativo la percentuale di rifiuto secco».

Da anni Etra ha avviato la raccolta degli imballaggi in plastica, e anche grazie ai fondi messi a disposizione del progetto europeo fornisce, in 27 dei suoi 48 Centri di raccolta, coprendo il 68% della popolazione servita, anche il servizio di raccolta della plastica rigida, bacinelle, giocattoli, arredi da giardino, che hanno un loro percorso di recupero. I risultati del progetto hanno condotto a stimare che questa categoria di plastica rappresenti circa il 3% del totale dei rifiuti urbani, 13,2 kg per abitante. Una presenza significativa, che attualmente rinveniamo e avviamo al riciclo oltre che nei Centri di raccolta, anche nel secco residuo e negli imballaggi in plastica, ma in questo caso con un maggior dispendio economico ed energetico.

Intanto, cosa possono fare i cittadini?

La plastica è il rifiuto che crea maggiori dubbi, ma è possibile seguire alcune regole generali per il corretto conferimento. Bisogna conferire in questa frazione tutti i contenitori, compreso il polistirolo e il cellophane e anche i piatti e bicchieri usa e getta, non le posate che vanno invece nel Secco; gli oggetti, ad esempio i piccoli giocattoli o gli spazzolini vanno conferiti nel Secco, mentre i contenitori o elementi d’arredo in plastica rigida vanno invece portati nei Centri di Raccolta. Mai e poi mai la plastica va abbandonata nell’ambiente!

«Etra si sta impegnando a migliorare la percentuale di raccolta differenziata, che già ha superato il 70% nel 2016, sul totale dei rifiuti conferiti – conclude Levorato – permettendoci di contribuire a diminuire le tariffe. Attualmente stiamo lavorando sulla plastica, con campagne informative e offrendo la possibilità, anche con raccolte straordinarie, di conferire in modo corretto la plastica rigida. Il contesto favorevole, la crescente sensibilità ambientale dei cittadini e gli obiettivi stringenti posti dall’Unione Europea, che pone per il 2020 l’asticella al 70% di rifiuti effettivamente riciclati al netto quindi di tutti gli scarti, ci spinge ad essere ottimisti e a continuare nella ricerca di un miglioramento dei risultati».