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Comunicati stampa

PARTITE IVA: ARERA DELIBERA LE RIDUZIONI COVID-19 IN BOLLETTA RIFIUTI

Sulla base del principio “chi inquina paga”, per il periodo dell’emergenza:

per molti, la quota variabile sarà azzerata per la durata della sospensione dell’attività

 

Riduzioni in arrivo nelle bollette rifiuti delle utenze non domestiche: l’importante provvedimento, atteso dai titolari di migliaia di attività disseminate sul territorio, è stato deliberato dall’Autorità nazionale ARERA, incaricata di deliberare anche in tema di gestione del ciclo dei rifiuti, e porterà un reale sollievo nelle casse delle attività che hanno dovuto sospendere il lavoro per contrastare la diffusione del contagio. L’ARERA muove le proprie considerazioni sulla base del principio europeo “Chi inquina paga”, da cui deriva la conseguenza che chi per un certo periodo non produce rifiuti, è lecitamente messo nelle condizioni di pagare meno. Le disposizioni dell’Authority sono giunte nei giorni scorsi agli enti gestori del servizio: Etra, che si occupa di raccolta e smaltimento per i rifiuti di 60 Comuni tra le province di Padova e Vicenza, applicherà dunque le nuove condizioni di bollettazione verso le attività artigianali, imprenditoriali e industriali che sono state soggette a sospensione per provvedimenti governativi (o per decisione di altre autorità competenti), per l’emergenza dovuta al Coronavirus.  Etra e Consiglio di Bacino Rifiuti Brenta avevano già disposto il rinvio delle bollette al secondo semestre 2020, proprio in attesa della delibera ARERA. Ma cosa prevede il provvedimento? Innanzitutto si tratta della delibera 158/2020/R che introduce, appunto, alcune misure urgenti a tutela delle utenze del servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati, alla luce dell’emergenza da Covid-19. Alcuni paragrafi si riferiscono a diverse tipologie di utenze non domestiche: sulla base del principio “Chi inquina paga”, si considera che la sospensione, obbligata o volontaria di tali attività, ha generato una minore quantità di rifiuti prodotti. Gli interventi regolatori in generale prevedono di tenere conto della durata della sospensione dell’attività e incidono sulla quota variabile, che insieme a quella fissa, compone la bolletta. Per questo:

per attività come ad esempio cartolerie e librerie di cui era stata disposta la sospensione, e la successiva riapertura a metà aprile, verrà ricalcolata la quota variabile ridefinendo gli intervalli di variazione del coefficiente di produzione sulla base dei giorni di chiusura stabiliti;

attività che risultino immediatamente riconducibili alle categorie di cui sia stata disposta la sospensione con provvedimenti governativi, o con altri atti assunti dalle autorità competenti, (come musei, cinema, teatri, ma anche molti negozi),vedranno la quota variabile ridotta secondo un coefficiente di correzione pari al 25%;

per attività non immediatamente riconducibili alle categorie di cui sia stata disposta la sospensione, e l’eventuale riapertura, ad opera dei provvedimenti governativi o locali, (come molti uffici, banche, scuole e molto altro), l’Autorità richiede all’Ente territorialmente competente l’individuazione dei giorni di chiusura sulla cui base definire la corrispondente quota variabile con coefficiente di correzione pari al 25%;

 

Ma il caso che riguarda più da vicino i Clienti di Etra è quello relativo ai Comuni in cui siano in vigore sistemi di tariffazione puntuale, o ne sia stata prevista l’introduzione dal 2020: in tali situazioni (ovvero nella maggioranza dei Comuni Soci di Etra) la quota variabile sarà azzerata per il periodo di sospensione delle attività. Gli efficienti regimi di raccolta proposti da Etra daranno quindi un beneficio concreto alle imprese e alle aziende, messe in difficoltà dal periodo emergenziale. E si dimostra anche, in una circostanza così importante, la correttezza della scelta della misurazione puntuale, in base a cui si applica il principio di equità: ogni utenza paga una tariffa in ragione del rifiuto prodotto. La tesi di chi ha sempre sostenuto che la bolletta Etra avrebbe natura di tributo (per cui l'Iva non andrebbe applicata) e non di tariffa, avrebbe oggi comportato un grave danno per le partite IVA messe in grave difficoltà per effetto dell'emergenza Covid-19.