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Comunicati stampa

Olii alimentari usati, raccolti 151 mila chilogrammi nel 2017

Un materiale inquinante ma prezioso, che sta diventando oggetto di furti

 

Sono 150.900 i kilogrammi di olio alimentare esausto raccolti nell’ambito della campagna di Etra “Non siamo solo fritti”. Una campagna avviata da Etra nel 2010 che prevede interventi di sensibilizzazione e informazione e la disponibilità sul territorio di 185 cisterne per il conferimento corretto degli oli derivanti da fritture o dalla conservazione di alimenti, affinché siano avviati al riciclo e alla trasformazione in biodiesel. Attualmente coinvolge 63 Comuni, per un totale di 228 mila utenze e 524 mila abitanti.

L’olio alimentare raccolto da Etra viene trasformato in biodiesel, un combustibile alternativo ai carburanti tradizionali che contribuisce agli obiettivi di riduzione di anidride carbonica fissati dalla normativa europea. Dall’olio raccolto nel 2017 si sono potuti ricavare 136 mila litri di biodiesel, sufficienti a far funzionare una flotta di 240 camion per un anno, con un taglio delle emissioni di CO2 di 384 tonnellate.

«Produciamo ogni anno circa 2 litri a testa di olio alimentare usato, che viene spesso versato nei lavandini o nel wc – spiega il presidente di Etra Andrea Levorato - Le conseguenze? Nella rete fognaria può creare tappi che impediscono il corretto scorrere delle acque nere e la necessità di interventi per il ripristino su tutta la rete. Quando raggiunge gli impianti di depurazione, causa gravi danni con un elevato costo economico. Se invece finisce in natura, forma un velo sulla superficie degli specchi d’acqua che non permette lo scambio dell'ossigeno tra l'acqua e l'aria con danni all'ecosistema, moria dei pesci e della flora acquatica. E ne basta poco: un litro di olio da cucina può inquinare uno specchio d'acqua grande come un campo da calcio! Ecco perché è importante smaltire correttamente questo rifiuto, che anche se sembra innocuo è invece molto inquinante». Inquinante sì, ma anche prezioso se trasformato. «Talmente prezioso che nel 2017 abbiamo dovuto registrare un calo dell’olio raccolto del 30% circa rispetto al 2016 – conclude Levorato – dovuto non ad errati comportamenti degli utenti, ma a furti di olio dalle cisterne stradali, più volte denunciati».

Il consorzio di riferimento CONOE stima che in Italia vengano prodotte dalla ristorazione, dall’industria e dalle famiglie 230 mila tonnellate di olio esausto ogni anno che per la maggior parte finiscono nei corsi d'acqua e nel mare con un danno economico stimato in 16 milioni di euro l’anno, escludendo il danno ambientale e il costo degli interventi necessari per risanare i siti inquinati e del ripopolamento ittico. Non solo: siamo di fronte ad un inutile spreco di risorse. Infatti, se l'intera produzione fosse raccolta, genererebbe un valore recuperato stimabile intorno agli 84 milioni di euro!

Per olio alimentare usato si intende l’olio per la conservazione dei cibi in scatola e quello usato per le fritture. Se è solo un fondo di cottura, è bene raccoglierlo con carta assorbente e buttare la carta nell’umido. Ripulito dalle impurità, può essere raccolto in un qualsiasi contenitore e svuotato nella cisterna più vicina. Per sapere dove trovare le cisterne nel proprio Comune di residenza è sufficiente consultare il calendario per la raccolta differenziata o cercare nel sito www.etraspa.it.

Attenzione: nelle cisterne va introdotto solo olio per uso alimentare (l’olio usato in cucina per friggere e l’olio dei cibi in scatola conservati, come tonno, funghi, ecc.). L’olio minerale (quello per le auto) deve invece essere conferito al Centro di raccolta.