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Comunicati stampa

No Pfas: l'acqua di Etra è controllata e sicura

Un convegno di alto profilo tecnico a Rossano Veneto per spiegare il funzionamento del Piano di sicurezza dell’acquedotto

 

Allarme PFAS ancora alto in una vasta parte del territorio veneto: su questo argomento si è tenuto a Rossano Veneto un nuovo appuntamento tecnico-informativo organizzato da Etra per i Comuni Soci. Nella sala conferenze di Villa Caffo Navarrini, dopo il saluto del Sindaco di Rossano Morena Martini, il Presidente di Etra Andrea Levorato ha spiegato che, nonostante questo preoccupante fenomeno di inquinamento non coinvolga le fonti di approvvigionamento idrico di Etra, la Società intende proseguire nella sua operazione trasparenza: “Siamo pronti – ha detto - a fornire tutte le rassicurazioni possibili, ma soprattutto le informazioni tecniche generali sulla sicurezza dell’acqua, ottima e potabile, che viene erogata a tutti i clienti”. Lorenzo Altissimo, già direttore del Centro Idrico di Novoledo, ha esposto dettagliatamente la contaminazione da PFAS che ha colpito un'area del territorio vicentino (non interessando Etra): i parametri, l’estensione dell’area interessata, le sostanze inquinanti e i pericoli. “Le falde del Veneto sono molto vulnerabili – ha raccontato Altissimo – e negli ultimi quarant’anni abbiamo registrato diversi casi di inquinamento: ma è anche vero che nel tempo si sono affinate le tecniche analitiche e sono aumentate le conoscenze in ambito sanitario, di conseguenza i parametri di tolleranza si sono sempre più ridotti”. “Il Piano di Sicurezza Acquedotto – ha spiegato Barbara Lovisetto, Responsabile del Laboratorio di analisi di Etra – è sviluppato per l’intero sistema gestito (40 sorgenti, 250 serbatoi, 90 pozzi, 100 impianti di rilancio, 38 di disinfezione, 3 centrali di potabilizzazione)”. Il gruppo di lavoro è composto da un team multidisciplinare, che riunisce in network diversi reparti, direzione, laboratorio, struttura ingegneristica e gestione Reti e Impianti. L’analisi del rischio viene operata su ogni fase della rete, dalla captazione all’accumulo, dalla potabilizzazione alla distribuzione capillare.  Il piano prevede le azioni preventive, di controllo e di verifica attuate per garantire la qualità dell’acqua erogata. Il piano di monitoraggio analitico (42.000 parametri anno per il 2016) è parte del più ampio piano di sicurezza e rientra tra le azioni di verifica insieme ai controlli analitici e ispettivi da parte delle ULSS del territorio, verifiche ispettive e analisi dei dati a sistema (anche su segnalazioni degli utenti). Ogni anno vengono controllati almeno 2000 campioni: alle fonti,  all’uscita degli impianti di potabilizzazione, nei serbatoi di accumulo e lungo le reti di distribuzione. Inoltre sono in essere 8 monitoraggi straordinari per situazioni specifiche, tra cui quello dei PFAS.

Per quanto concerne la massima attenzione al Servizio Idrico, il Presidente Levorato ha segnalato anche l’eccellente risultato registrato negli ultimi anni nel recupero perdite: ben 2 milioni e 100.000 metri cubi d’acqua recuperati nel corso del 2016, grazie ad un’innovativa tecnologia. Un’attività su cui sono state impiegate ingenti risorse, nell’ambito dei 108 milioni di euro di investimenti nell’Idrico previsti nel corso del triennio 2016-2018.