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Comunicati stampa

IL LABORATORIO DI ETRA: PIÙ DOTAZIONI, PIÚ ANALISI, PIÚ SICUREZZA H24

Il Covid-19 ce lo ha dimostrato con tutta la sua brutalità: avere dei presidi che garantiscano l’uomo dalla possibilità di contaminazione o contagio è indispensabile, mettere in atto tutte le possibili forme di tutela lo è altrettanto. Ma, a proposito di Covid-19, se l’Istituto Superiore della Sanità ha presto chiarito che non esisteva la possibilità di contaminazione dell’acqua potabile da parte del pericoloso agente patogeno Sars-CoV-2 (in una nota l’ISS ha spiegato che tale Coronavirus non si trasmette attraverso l’acqua distribuita dagli acquedotti), sappiamo bene che le insidie che minacciano la potabilità dell’acqua sono comunque molte.
Questo spiega molto bene l’importanza che Etra dà al proprio laboratorio interno di analisi dell’acqua, che ha sede a Camposampiero. Un fiore all’occhiello tra le infrastrutture di cui Etra è dotata. Perché Etra tutela con tutte le tecniche più all'avanguardia l'acqua che è deputata a gestire. Il servizio di acquedotto di Etra raggiunge quasi 595.000 abitanti nelle province di Padova, Vicenza e Treviso, mettendo in rete oltre 35 milioni di metri cubi di acqua l'anno, totalmente provenienti da falda o sorgente. Su questa immane mole di acqua, i controlli analitici ormai sono arrivati a ben 50.000 all'anno.
«Il Veneto è una delle regioni più ricche di “oro blu”, le sue falde acquifere costituiscono una delle riserve idriche più importanti d’Europa, sia per potenzialità che per qualità, e proprio le acque sotterranee sono la fonte principale di acqua per il servizio idrico gestito da Etra – spiega il Presidente del Consiglio di Gestione di Etra, Andrea Levorato - ma non per questo dobbiamo abbassare la guardia. Il mantenimento di standard qualitativi elevati per distribuire l’acqua richiede la nostra costante attenzione nella tutela dei punti di captazione, nei controlli analitici, nell’evitare al massimo gli sprechi e le perdite: questo avviene grazie al nostro Piano di Sicurezza Acquedotto».
Al contempo «Cresce l’attenzione – continua Levorato - alla protezione delle fonti idriche: dal punto di vista quali-quantitativo le acque sotterranee presenti all’interno del bacino di gestione del servizio idropotabile della società necessitano di continui interventi di tutela. Il livello della falda dipende essenzialmente dalla quantità delle precipitazioni e dalla portata del fiume Brenta, che nell’alta pianura ha effetti sia sulla circolazione idrica sotterranea sia sulle caratteristiche dell’acqua».

Ma cosa fa e di quali strumenti dispone il laboratorio di Etra?
Il laboratorio è dotato della strumentazione adeguata per le analisi sulle caratteristiche chimico-fisiche e microbiologiche dell’acqua potabile e reflua (titolatori, spettrofotometri, conduttimetri, torbidimetri, clororesiduometri, cromatografi ionici, ICP ottico, TOC-metro, analizzatori discreti e a flusso continuo e segmentato e altre apparecchiature a supporto) ed è in corso d’opera la dotazione di strumenti più complessi per la determinazione di eventuali contaminanti (2 Gas Cromatografi e 1 ICP–massa sono già in dotazione, mentre sarà acquistato nell’anno in corso un HPLC-massa): tutti parametri finora sempre ricercati, ma ricorrendo a laboratori esterni. Gestisce inoltre attraverso una rete di laboratori di supporto tutte le necessità analitiche di Etra (analisi rifiuti, controllo emissioni, rumore, ecc). Il laboratorio è una sentinella, ben addestrata e vigile sulla qualità delle nostre matrici. Punto di forza è sicuramente la competenza del personale con conoscenza dei cicli produttivi aziendali ed esperienza pluriennale: offre un pronto supporto alla gestione sia nell’interpretazione dei dati, che nell’allerta in caso di valori anomali. Effettuare internamente le analisi permette di ridurre i tempi di risposta. Il laboratorio Etra è inoltre, diversamente dai laboratori esterni, attivo H24 con servizio di reperibilità.
E tutta la struttura è stata passata al setaccio di recente dai certificatori di Accredia, che al termine della loro ispezione hanno confermato la certificazione ISO 17025 per il laboratorio.
La norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 è una norma di accreditamento, pertanto oltre a offrire fiducia sul fatto che il sistema di gestione interno al laboratorio, sia in grado di gestire correttamente i processi interni di prova, taratura, ispezione, Accredia in occasione delle proprie attività di verifica ispettiva, assiste all’effettuazione delle prove e ne valuta tecnicamente i risultati verificando pertanto la capacità di effettuare le attività di prova e garantendo l’affidabilità dei risultati ottenuti.
La verifica, molto approfondita, ha avuto anche l’esito di accreditare due ulteriori metodiche di analisi, la prima su acque destinate al consumo umano, relativa alla famiglia dei Trialometani (THM), e la seconda relativa al mercurio, sia su acque destinate al consumo umano che su acque reflue. “Tutto il team di lavoro inserito nell’area Innovazione e Compliance coordinato da Walter Giacetti e guidato dal responsabile del laboratorio Barbara Lovisetto, ha messo il massimo impegno per raggiungere questo risultato – commenta Levorato – addirittura migliorando le performance rilevate nell’ultima certificazione. Basti pensare alle difficoltà organizzative superate con grande sforzo di tutti nei mesi scorsi, proprio a causa dell’emergenza sollevata dal Covid-19”. Con le nuove prove accreditate, dunque, il laboratorio completa il percorso di internalizzazione sui parametri come mercurio e THM (Bromodiclorometano, Bromoformio, Cloroformio, Dibromoclorometano, Tetracloretilene e Tetraclorometano): aumenta quindi la capacità di Etra di presidiare in autonomia e con alti livelli di qualità anche parametri più insidiosi, microinquinanti che si possono trovare in tracce nelle acque destinate al consumo umano.
E tutto questo accresce la garanzia della qualità dell’acqua fornita agli utenti. Infatti non può mancare l'invito ad utilizzare l'acqua di rubinetto perchè all’opposto di quanto si pensa comunemente, non ci sono rilevanti differenze qualitative rispetto alle acque in bottiglia, dato che sono spesso prelevate dalle medesime fonti e non subiscono trattamenti diversi. L’unica differenza è che nell’acquedotto vengono aggiunte piccole percentuali di cloro per garantire la disinfezione dell'acqua e mantenere la qualità microbiologica in tutta la rete di distribuzione (basta lasciarlo evaporare per qualche minuto per non avvertirlo più). Un litro d’acqua di rubinetto costa circa 130 volte in meno di un litro d’acqua imbottigliata e si riceve direttamente a casa, senza produzione di plastica, senza i costi di trasporto e quindi senza impatto ambientale. Nel prezzo sono compresi il servizio di fognatura e depurazione e le decine di migliaia di controlli effettuati: la chiusura del ciclo idrico integrato comporta infatti anche la raccolta dell’acqua potabile e il suo trattamento, affinché i nostri scarichi non inquinino l'ambiente.