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Comunicati stampa

Etra: «Basta fango e bugie»

Una nuova lettera anonima getta discredito sull’azienda e sui suoi dipendenti.  Sollevate ombre su assunzioni assolutamente trasparenti e tutelate dalla legge sulle categorie protette

 

All’indomani dell’ennesima lettera anonima il presidente Frasson e i vertici di Etra danno mandato ai legali di procedere a difesa e tutela della reputazione dell’azienda e dei suoi dipendenti diffamati da accuse gravi e infondate.

«La lingua italiana è ricca di vocaboli capaci di descrivere gli accadimenti della vita di noi tutti. “Distorcere” eccone uno, che sta a significare “alterare, deformare, falsare” la realtà. Mi pare che “distorcere’ sia la parola più adatta per descrivere gli ultimi penosi accadimenti a cui abbiamo assistito». Questi i primi commenti a caldo rilasciati dal Presidente del Consiglio di Gestione di Etra Spa, Flavio Frasson dopo la pubblicazione, su alcuni profili Facebook, dell’undicesima lettera anonima indirizzata ai sindaci dei Comuni soci di Etra, nella quale si fanno illazioni contro la Società e la sua attuale governance.

«Accade ed è accaduto, anche nella nostra Società, di assumere lavoratori e lavoratrici appartenenti a categorie protette. Ma queste assunzioni, incredibile doverlo rammentare, sono operate al fine di rispettare un obbligo di legge attingendo da specifici elenchi e sulla base di procedure interne trasparenti e tracciabili – spiega il Presidente Frasson –. La legge, poi, prevede che il numero dei soggetti appartenenti a tali categorie protette da assumere vari (in aumento) in proporzione al numero di dipendenti a tempo indeterminato assunti presso una azienda. Così come accade che in un settore speciale come quello della gestione dei servizi idrico integrato e ambientale, in cui opera un numero limitato e ben identificato di operatori economici e professionalità, possa verificarsi che figure di spicco entrino in relazione professionale con altri soggetti. Ma questo certamente non significa che vi siano anomalie nei processi di assunzione del personale di Etra, a maggior ragione quando tali selezioni sono state affidate a società di recruitment terze, a propria volta selezionate con procedure comparative assolutamente trasparenti».

Il Presidente Frasson aggiunge: «La verità è che un numero sparuto e non identificato di soggetti interni ed esterni all’azienda, lungi dal voler perseguire il generale interesse societario, si dilettano nello stravolgere fatti ed accadimenti assolutamente legittimi e neutri, al fine di screditare ed ostacolare il processo di riorganizzazione e rilancio aziendale che la nuova governance ha avviato sin dal proprio insediamento».

Su questo ultimo aspetto il Presidente del Consiglio di Gestione è molto chiaro: «D’altra parte, sarebbe sinceramente interessante se i redattori di queste lettere anonime avessero la decenza e il coraggio di firmare questi scritti. Molto più comodo è celarsi, come accade, dietro la generica locuzione “I lavoratori e le lavoratrici di Etra”, tra l’altro adoperata in maniera gravemente impropria. La quasi totalità di tali lavoratrici e lavoratori, infatti, nemmeno conosce l’esistenza di tali missive, che, d’altra parte, non recano la firma di alcuna delle sigle sindacali presenti in Etra. Trovo complessivamente vigliacco questo modo di agire che, oltre a ledere la complessiva immagine aziendale, offende gratuitamente l’operato dei tanti e tante dipendenti di Etra che, quotidianamente, si impegnano e lavorano assiduamente al fine di rendere alla collettività un soddisfacente servizio idrico ed ambientale. Così come non posso non stigmatizzare i toni volgari e sgradevoli con cui sono stati chiamati in ballo lavoratori afflitti da disabilità, nonché taluni Comuni soci di Etra. Al riguardo invito questi solerti scrivani ad informarsi meglio. Perché se lo facessero, scoprirebbero che su 130 nuove assunzioni operate dall’inizio del mandato dei nuovi vertici societari, solo un dipendente risiede nel Comune di Borgoricco».

Il Presidente Frasson conclude: «Queste lettere distorsive ci lasciano completamente indifferenti. Abbiamo, però, il dovere di tutelare e difendere l’azienda e i suoi dipendenti da accuse infondate che ne minano gravemente la reputazione, per questa ragione adiremo alle vie legali. Inoltre, anche per questa undicesima lettera, sporgeremo denuncia alle autorità competenti. Concludo affermando che abbiamo questioni e sfide nettamente più rilevanti da affrontare che non possono certo essere ritardate o inficiate da chi, evidentemente, non ha a cuore la crescita dell’azienda che è costituita, prima di tutto, dai suoi lavoratori».