Depuratore di Camposampiero: completati i lavori
Raddoppiata la potenzialità, da 35 a 70 mila abitanti
È stato presentato oggi dal Presidente del Consiglio di Gestione di Etra Andrea Levorato, col Sindaco di Camposampiero Katia Maccarrone, l’intervento di potenziamento del Depuratore di Camposampiero, lavori dal costo di circa 4 milioni di euro, finanziati da Consiglio di Bacino Brenta e Regione Veneto, e progettati da Etra, che hanno permesso di portare la potenzialità dell’impianto da 35 a 70 mila abitanti equivalenti.
In un precedente intervento, concluso nel 2005 il Centro era stato messo in grado di effettuare in contemporanea i processi di depurazione delle acque reflue provenienti dalla rete fognaria per 35 mila abitanti e la lavorazione dei fanghi di trattamento e di altri rifiuti organici (FORSU e scarti vegetali) grazie a un impianto di digestione anaerobica, un processo che permette di produrre da questi materiali energia termica da biogas ed elettrica, che viene utilizzata per il funzionamento dell’impianto stesso. Il nuovo intervento ha permesso il raddoppio della portata grazie alla realizzazione di due nuove vasche (sedimentatori secondari) fuori terra, di un nuovo comparto di filtrazione con filtri a dischi e di disinfezione con raggi ultravioletti e all’attivazione della terza linea di ossidazione biologica. E’ stato inoltre approntato un sistema di sollevamento di emergenza che consente di veicolare verso il Muson dei Sassi, in occasione di eventi meteorici significativi, gli eccessi di portata, prima destinati ad acque superficiali appartenenti al bacino scolante della lacuna di Venezia.
«Il nuovo impianto ha una potenzialità di 70 mila abitanti – ha spiegato il presidente di Etra Andrea Levorato - cosa che permetterà di fare fronte non solo alla necessità di un territorio in continuo sviluppo, ma anche al trattamento di una quantità maggiore rifiuti organici. La nuova configurazione, inoltre, assicura l’ottimale funzionamento dell’impianto anche in caso di aumento dei carichi di acque bianche provenienti da eventi meteorici eccezionali, grazie al potenziamento dei sollevamenti esistenti e ad un ulteriore sollevamento d’emergenza che emetterà nel Muson dei Sassi solo acqua adeguatamente pretrattata. Un ulteriore anello nel più ampio sistema degli impianti di depurazione di Etra – ha concluso - che comprende impianti superperformanti, tecnologicamente all'avanguardia che sono diventati un vero modello di riferimento a livello italiano ed europeo, su cui investiamo e continuiamo ad investire a garanzia del nostro ambiente». «Nella progettazione una particolare attenzione è stata posta al rispetto delle normative relative allo scarico, i cui limiti sono abbondantemente rispettati a garanzia di un minimo impatto ambientale – commenta il Sindaco Katia Maccarone - In particolare, la presenza di fosforo è stata abbattuta dell’80% e dell’azoto tra il 70% e l’80% ed è stato introdotto per le acque in uscita dalla filtrazione un ulteriore trattamento di disinfezione realizzato con lampade UV che abbassa le concentrazioni batteriche ben al di sotto dei limiti normativi. Ricordiamo anche che questo è un primo intervento di potenziamento, che non riguarda ancora l’incremento del trattamento dell’umido. Tale futuro potenziamento andrà accompagnato dall’adeguamento della viabilità, così come previsto e per il quale servono le risorse e l’impegno degli Enti coinvolti, la Regione ed Etra».
L’INTERVENTO
Potenziamento sedimentazione finale
La nuova sezione di sedimentazione finale comprende due vasche circolari con diametro di circa 32 metri e profonda 5, connesse tra loro da un locale tecnico contenente le pompe di estrazione dei fanghi e dei materiali flottanti.
All’interno delle vasche di sedimentazione, un largo cilindro centrale in acciaio inox consente di migliorare ed ottimizzare l’effetto di flocculazione del fango in ingresso, migliorando la sedimentabilità dello stesso e il rendimento di sedimentazione. Un carroponte raschiatore con passerella e lama raschiante di fondo, che effettua un doppio passaggio ad ogni giro, permette un miglioramento della capacità di raccolta e di ispessimento dei fanghi.
Le due strutture sono mascherate sul lato sud dalla duna che contorna l'impianto.
Adeguamento sollevamenti
Gli adeguamenti hanno interessato il sollevamento iniziale, il sollevamento delle acque di pioggia, il sollevamento intermedio al trattamento e il sollevamento dei fanghi di ricircolo.
Linea di trattamento biologico
La 3ª linea, inizialmente adibita a vasca di contatto per disinfezione, è stata convertita al trattamento biologico con l’installazione dei sistemi di miscelazione, del sistema di ossigenazione a tappeto filtrante e del sistema di ricircolo della miscela aerata.
È stato installato un terzo compressore, completo di cabina insonorizzante e quadro elettrico di potenza, comando e regolazione per integrare l’ulteriore apporto di aria necessaria al trattamento.
Sezione di affinamento dello scarico
È stata realizzata una sezione di affinamento dei reflui mediante la filtrazione su tela e la disinfezione con raggi UV per permettere in prospettiva il riuso delle acque internamente all’impianto (acque di lavaggio e servizio, antincendio, ecc.). La sezione di filtrazione diventa un’ulteriore barriera alla fuoriuscita di SST nell’effluente qualora sovraccarichi idraulici o patologie dei fanghi dovessero provocare la risalita ed il trascinamento del fango sedimentato nell’effluente.
La stessa sezione serve anche al successivo trattamento di disinfezione a UV che richiede un’acqua in ingresso con una bassa concentrazione solidi sospesi (SST in concentrazione inferiore a 10 mg/l).
Nuovo sollevamento di emergenza nel Muson dei Sassi
In ragione degli interventi realizzati, le acque reflue confluenti al depuratore di Camposampiero in tempo di secco sono inviate al processo di depurazione fino ad una portata massima 1.450 m³/h, pari a 2 volte la portata nera media corrispondente ai 70.000 abitanti equivalenti. In condizioni di pioggia, in precedenza, le portate eccedenti i 1.450 m³/h, fino ad un massimo di 2.870 m³/h, venivano sollevate verso le tre vasche di pioggia per consentirne un adeguato pretrattamento. Una volta riempite le vasche, le acque venivano comunque convogliate nella rete di bonifica sversante nella laguna di Vnezia, con possibili impatti in termini di volumi idraulici e di carichi inquinanti. Per ridurre gli effetti negativi dello sfioro delle acque di pioggia pretrattate nel bacino di bonifica, è stato quindi realizzato un impianto di sollevamento che trasferisce una parte delle acque di pioggia pretrattate (720 m³/h) al pozzetto di scarico del depuratore.